Tracciatura all'HANGAR Frascati climbing: un SUDOKU di prese
Hangar Frascati Climbing
(clicca la foto per espandere)
Qual è una delle attività primarie di una palestra di arrampicata? Di certo un posto sul podio lo occupa la TRACCIATURA o ROUTE SETTING.
Ci sono infatti degli strani individui, a metà tra carpentieri e pittori, tra meccanici e artisti, i quali tirano fuori sequenze di macchie colorate partendo da bulloni, trapani, legno e resina. Tali individui si aggirano per la palestra studiando ognuno degli scalatori presenti (non lo sapete ma da loro venite schedati per altezza, mobilità, capacità coordinative e preferenze nei blocchi) con un occhio sempre attento, come fossero dei body-scanner pronti a trasferirvi in parete e immaginarvi sul blocco che hanno in mente. A volte passano notti insonni per studiare la giusta posizione delle prese, o quella perfetta per replicare un passaggio che non è riuscito la domenica su roccia. Sono costruttori di problemi, architetti del movimento pronti a instillare una nuova soluzione e dediti a farvi fare una cosa sola: SCALARE.
Ogni giorno si prodigano per proporre nuove linee, e alla mente dello scalatore medio, una volta entrato in palestra, può sorgere la seguente domanda: chi avrà mai tracciato questo blocco?
La risposta spesso la si può conoscere già ad una prima occhiata. Come per un pittore sappiamo riconoscere lo stile di Caravaggio da quello di Picasso, anche per i tracciatori troveremo chi predilige il minimalismo, magari con tacche piccole e di equilibrio su placca, oppure chi si orienta sui blocchi di coordinazione o di forte strapiombo, esaltando agganci e contorsionismi vari sotto il grottone.
E’ una questione di scelte. Tutto parte dal profilo della parete, dalla difficoltà che si ha in mente e dalle prese da utilizzare. A quel punto il cervello di un/a route setter non si ferma più e continua a posizionare, orientare, ruotare le prese/volumi per costruire un puzzle di movimenti perfetto.
Questo è uno dei compiti del tracciatore: cercare di proporre un sudoku giornaliero di prese, pronto ad essere risolto dai climbers più curiosi della giornata.
E quindi? Cosa deve fare lo scalatore a questo punto? Qual è il suo compito? Beh…il suo compito consiste nel risolvere il puzzle. Ma qui viene il bello: si tratta infatti di puzzle che a volte hanno più di una soluzione (non ditelo ai tracciatori…questa cosa li manda su di giri). Se di norma i blocchi avranno un solo metodo per essere risolti, non è raro che si possano trovare anche altre soluzioni ai passaggi più complicati, magari sfruttando leve più lunghe o una migliore mobilità. Tutto ciò a vostro rischio e pericolo, ovvero quello di inimicarsi il/la route setter a vita per avergli tagliato il blocco. Ma non disperate, sotto le mani da meccanico e un po’ di cuore scorbutico si trova sempre un/a artista che non smetterà di analizzarvi una volta entrati in palestra, per vedere se dopo l’estate siete cresciuti e vi siete allungati.
All’HANGAR il lavoro di tracciatura è parte centrale dell’attività, svolgendosi in maniera quotidiana e garantendo ogni giorno un ricambio di 6 blocchi, che danno la possibilità a tutti gli appassionati del mondo verticale di divertirsi e mettersi alla prova. Inoltre viene impiegato molto tempo ad orientare la tracciatura a seconda del livello e dell’età degli scalatori, fornendo così anche una serie di blocchi dedicati ai più piccoli e agli agonisti, oppure agli adulti principianti che si approcciano per la prima volta a questa disciplina.
Ora ti restano due soluzioni: continuare con la settimana enigmistica oppure venirci a trovare ;)
Autore: Davide Ilacqua