Un normale sabato di alpinismo tra vento e nebbia

Un normale sabato di alpinismo tra vento e nebbia Anche oggi la solita alzataccia mattutina delle 4.30, mi preparo una colazione

Anche oggi la solita alzataccia mattutina delle 4.30… mi preparo una colazione sostanziosa (due fette di prosciutto cotto, una fetta di pane burro e marmellata, un paio di uova in padella, uno yogurt a frutti di bosco e una spremuta di arancia) Mi lavo, mi preparo, prendo lo zaino pronto dalla sera precedente e monto in macchina, per l’appuntamento con Francesco davanti il negozio Outdoor Italia a Torvergata, da li ci spostiamo insieme verso il rifugio Sebastiani, alle pendici del M. Terminillo. Per strada raggiungiamo anche Massimo per fare gli ultimi km insieme… intanto Riccardo ci aspetta già al caldo del rifugio. Le prime difficoltà di questa avventura iniziano già ancor prima di arrivare: la strada non è stata ripulita dalla neve della scorsa notte e quindi siamo costretti a mettere le catene sulle ruote, facciamo pochi km e una delle catene si spezza. Tragedia! La macchina non riesce più a fare nemmeno un metro, le ruote girano a vuoto, l’odore di frizione diventa forte e allora decidiamo di accostare il veicolo a bordo strada, per quanto possibile,e raggiungiamo il rifugio a piedi; per fortuna mancava poca strada. Varchiamo la porta del Sebastiani e tutti insieme ci prendiamo un caffè, sistemiamo l’attrezzatura per la salita, e iniziamo a camminare Francesco, Massimo e Riccardo sono alle prime armi, ma da subito imparano a muoversi con i ramponi ai piedi, nonostante le condizioni difficoltose a causa della neve fonda, alternata a lastre di ghiaccio. La nebbia rende difficile l’orientamento ma riusciamo comunque a portarci in prossimità dei canali del versante  NE. Ci leghiamo e, senza troppi problemi, decisi ma affaticati, saliamo fino in cresta. Tira molto vento e c’è tanto ghiaccio scoperto, progrediamo con più difficoltà ma il morale del gruppo è alto, si ride, si scherza e ci si prende in giro. La nebbia diventa sempre più fitta e il vento sempre più molesto, vediamo solo bianco davanti a noi, ma all ’improvviso si rivela a noi il pilastrino di vetta. Velocemente ci facciamo una foto e scendiamo per uno dei canali che riportano ai valloncini alla base della parete. La nebbia continua a perseguitarci, tiro fuori dalla tasca il gps e ritorniamo al rifugio (allungando un po’ la strada per cercare una zona dove il vento sia meno intenso) Tutti contenti ordiniamo qualcosa da mangiare, rivediamo le foto della giornata e commentiamo alcuni momenti. Ma l’avventura non è ancora finita. Dobbiamo rimettere in movimento la macchina senza una delle catene. Raggiunta la vettura la mettiamo in moto, lasciamo riscaldare il motore a dovere e iniziamo la manovra per fare inversione … incredibile, funziona tutto al primo colpo, montiamo in macchina e con mooooolta calma percorriamo le curve che ci riportano verso valle… ce l’abbiamo fatta la giornata è finita, dobbiamo solo tornare a Roma e io non vedo l’ora di arrivare a casa per un bel bagno caldo.